neděle 29. listopadu 2020

BŮH ODPOUŠTÍ, ON NE!

 Další článek o Terenci Hillovi, pravděpodobně z roku 1968. Co jsem z toho vyrozuměl, řeší se tam jeho manželství (žena je i na obrázcích), změna jména, ani jednou tam nepadne jméno Bud Spencer... Zajímavé je, že Trumfové eso se mělo jmenovat i v italštině jinak, než I quattro dell'Ave Maria. A dokonce tam Hill zmiňuje, asi jedinkrát, film později nazvaný Org, který nespatřil ještě dlouho po dotočení světlo světa a Hill sám dodnes svou účast na něm popírá, nebo aspoň od něj dává ruce pryč. Pak se tam mluví o Giulianu Gemmovi, ale nerozumím, co, takže jestli je tu nějaký ochotný překladatel? :D


A doplním pár obrázků z Bůh odpouští, já ne!, co se týčče asi vystřižených scén či reklamních fotografií, co nemají se scénami z filmu co dělat.

7 komentářů:

  1. Roma, maggio

    Sulla porta c'è scritto: "Lori e Mario Girotti". La casa, affacciata sui tetti della vecchia Roma, è moderna e confortevole. Lori Zwaklbauer, bionda americana di New York, è insegnante di letteratura inglese E' graziosa, riservata. Mario Girotti, suo marito da appena sette mesi, nato a Venezia ventinove anni fa da padre umbro e da madre tedesca, è in arte Terence Hill, il secondo "viso ďangelo" dello schermo italiano.

    Si sono conosciuti l'anno scorso sul set di Dio perdona, io no e da allora non si sono più lasciati. Si amano e non ne fanno mislero. «Soprattutto la comprensione reciproca sul lavoro», affermano, «e la nostra mentalita anticonformista, ci hanno convinti a legarci per tutta la vita».

    Per adesso non vogliono figli. Dicono anche di non essere contrari al divorzio. «Ma noi non divorzieremo mai», si affrettano a precisare, lanciandosi occhiate piene di tenerezza.

    «Le sue quotazioni sono altissime», facciamo notare a Mario Girotti. «Centocinquanta milioni a film, infatti, sono parecchi. Tanti quanti ne percepisce una Gina Lollobrigida, che non é davvero l'ultima arrivata. Le sembra di meritare una simile valutazione artistica?».

    Mario rimane un po' perplesso. «Non si potrebbe evitare quesťargomento?», replica. «Sa, per la questione delle tasse. Comunque tengo a precisare che non guadagno centocinquanta milioni a film: questo glielo posso giurare. E poi, senza fare paragoni, non penso di essere neanch'io l'ultimo arrivato. Lavoro da dieci anni come un dannato, sebbene in Italia sia ancora poco conosciuto. In Germania ho fatto una carriera sensazionale: undici film in due anni e mezzo e tutti di un certo livello artistico».

    «Quando ha pensato di cambiarsi il nome?», gli domandiamo.

    «Appena sono tornato in Italia. Adesso le racconto tutto dal principio. Ho cominciato a fare del cinema quando ero ancora studente. Piccole parti, s'intende, che accettavo piu per guadagnarmi qualcosa che per passione. Quello che mi davano, Io spendevo in motociclette. Nel '52 debuttai in Vacanze coi gangster, il primo film diretto da Dino Risi. Nel '56 ebbi una parte in La vena ďoro, una pellicola di Bolognini. Poi venne La lunga strada azzurra, di Gillo Pontecorvo, e poi, altri e altri ancora di cui non ricordo neppure i titoli».

    «A poco a poco, pero», continua, «cominciai a prenderci gusto. E quelle parti insignificanti mi lasciavano, ovviamente, insoddisfatto. Desideravo migliorare, impormi in qualche modo al pubblico. Ma capivo che quella non poteva essere la strada giusta. Fu per caso che presi la via della Germania. Per prima cosa dovevo scrollarmi di dosso l'etichetta del "bello" e in poco tempo ci riuscii.

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  2. Adesso, in Germania Mario Girotti è un nome famoso».

    «Già, il nome», osserviamo.

    «Il mio nome vero», spiega lui, «in Italia era ancora legato a quelle parti di scarso rilievo che avevo interpretato per tanti anni. E poi, c'era già Massimo Girotti: due cognomi uguali nel mondo del cinema potevano creare confusione, soprattutto adesso che non ero più un attore di secondo piano. Molti pensavano addirittura che fossi il figlio di Massimo Girotti. Era necessario, insomma, che mi scegliessi un altro nome. Ho scelto Terence Hill, e debbo dire che mi ci sono affezionato».

    «Non pensa di "ripristinare", un giorno, il suo nome "vero"?».

    «No», risponde. «E un po´ anche per scaramanzia. In fondo Terence Hill mi ha portato fortuna: quella fortuna che in Italia non avrei mai pensato di conoscere».

    Con Dio perdona, io no, di Giuseppe Colizzi, Mario Girotti-Terence Hill e riuscito persino ad offuscare un po' la fama di Giuliano Gemma. Glielo diciamo, ma lui si schermisce. Afferma che nel cinema c'è posto per tutti e sembra convinto. Intanto, pero, ammette che adesso sono in tre ad andare per la maggiore. In tre soltanto: lui, Giuliano Gemma e Franco Nero.

    «Mi sono inserito di prepotenza nella produzione western», spiega, «con Io scopo preciso di riuscire ad interpretare film più impegnati. Non voelio rimanere l´eterno "pistolero". Dopo Dio perdona, io no», continua, «ho interpretato la parte di un giustiziere in Preparati la bara. Adesso sto terminando Asso pigliatutto, di Colizzi con Eli Wallach co-protagonista, un attore americano molto quotato. Subito dopo inizierò un film moderno, di Fernando Birri. Sarà intitolato Erotico oppure Le teste scambiate. Un bel programma, non le pare?».

    Che riesca simpatico a tutti, indistintamente, lo dimostrano le centinaia di lettere che riceve ogni giorno dai suoi fans. «Uomini e donne», tiene a precisare. «E questa forse», dice, «la differenza che c'è tra me e Giuliano Gemma. Lui fa presa quasi csclusivamente sul pubblico femminile».

    L'unica qualità che ammette di avere in comune con i suoi eroi e la tenacia: nella realta, cosi come nelle storie dei suoi film, si impone sempee di vincere. «Ma sono anche un timido», ci confida. «Con repentini cambiamenti di umore. Basta una frase, a volte, a mettermi in crisi, a deprimermi».

    Un'ultima domanda, Mario: «Qual è la sua opinione spassionata su Giuliano Gemma?».

    Sorride imbarazzato. «E' stato il primo a capire che era giunto il momento del western italiano e ad avere 1'abilità di sfruttarlo. E questo va tutto a suo merito. L´aspetto al varco quando dovrà cambiare genere. Il giudizio e sospeso o rimandato».

    ANITA MARCHI

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  3. Tady je text, co jsem vyrazil z OCR, možná tam jsou překlepy, hodně tpletu c/e, i/I, rn/m a td. ale google translator by to z italštiny do češtiny měl zvládnout docela srozumitelně ;-)

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  4. Díky, takže redaktorka ho stále s Gemmou srovnává a Hill se tomu trochu brání. Jinak tam asi nic tak extra zajímavého není, asi nejvíc právě ten Org a původní název Trumfového esa.

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  5. Je to jak říkáš. Zajímavé, že Trumfové eso, italský pracovní název, se jmenoval podobně. Sice neznám karetní výrazy, natož italské, ale "asso piglia tutto" by se tak snad dalo vyložit (trumf je ale briscola nebo trionfo); pokud to eso nemělo být perzonifikované, tedy on - eso, bere vše.

    Na youtube jsem se díval na film "Io non protesto, io amo" (1967).

    V horším rozlišení, automaticky vytvořené titulky z italštiny přeložené do češtiny, ale stačily. Stáhnout to neumím a skutečné titulky jsem nenašel. Není to muzikál, jak někdo psal, je to praštěná italská komedie o učitelce, která ráda zpívá (Caterina Caselli) a má nějaké trable (a v očekávatelné situaci zpívá - cca odhadem 6-7x). Kromě ní a zpěváka v klubu a na soutěži tam nikdo jiný nezpívá. Ve vedlejší roli lékaře a přítele Terence Hill. Takže kdo chce vidět Terence Hilla v trochu jiné úloze, může mrknout.

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  6. Připomíná mi to italský název Formanova Černého Petra, ten byl "Asso di picche" (pikové eso?). Na youtube byla na kousky italsky dabovaná verze, což bylo bizarní (i proto, že z úvodní písničky nechali jen doprovod) a dabing zněl jako normální italština, ta typická dikce znuděného puberťáka byla úplně pryč. (Kde jsi byl? V práááciii. A vedoucího znáš? Noooo, znáááám.)

    Tyhle filmy mě nezajímají ani. Malou Ritu jsem viděl jen proto, že je to western, Blázny ve válce asi ani zkoušet nebudu, tohle taky ne.

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  7. OK, nikomu to přece nenutím :D Třeba se na to bude chtít podívat někdo jiný, kdo čte blog a diskuse. Mě ten film pobavil a zvedl náladu.

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